Il denaro è un unità di misura per scambiare beni e servizi in una economia non del baratto, è stato una pietra, un foglio di carta, una moneta, dei bit nei computer. Come foglio di carta ha potuto moltiplicarsi con le tipografie.
Che sia una riserva di valore più preziosa dei beni tangibili è da vedere.
Il denaro è un oggetto inanimato che è stato promessa di consegna di merci, moltiplicato dalle banche prestandolo più volte contemporaneamente, ha dato potere a chi si credeva ne disponesse di molto , ha diviso le famiglie e le società.
Senza oggetti da desiderare o consumare senza misura e l’ansia di avere potere , a cosa servirebbe il denaro?
Grazie alla tecnologia il denaro sarà trasformato in crediti, chi carica i propri crediti potrà scambiare le sue ore di lavoro con ore di lavoro di altri.
Se uno risparmia i suoi crediti , comperando meno oggetti o servizi ( le ore di lavoro degli altri) , accumulerebbe crediti, starebbe risparmiando, accumulerebbe una «riserva di valore», ma questo valore che base concreta ha? Questo risparmiatore non ha delle sementi, ne del bestiame, neanche dei campi corrispondenti, ha solo dei bit. Non esiste alcuna garanzia che ci sono disponibili nella realtà oggetti e servizi per coprire tutte le riserve di valore dei risparmiatori.
Infatti se ci fossero 10 persone che hanno risparmiato ognuno 3 crediti ed ogni pecora costasse 1 credito e che per risparmiare ognuno avesse acquistato 1 pecora invece che 2 all’anno. L’allevatore di pecore che inizialmente allevava 20 pecore, poi avrebbe ridotto a 10, perché la domanda era scesa a 10 pecore annue, se improvvisamente tutti e 10 decidono quell’anno di investire in pecore con i loro 3 crediti dovrebbero poter comprare in totale 40 pecore che l’allevatore non ha e non potrà vendere. Quindi i loro 30 crediti di risparmio non rappresentano nulla perché nell’economia reale non ci sono ne beni, ne servizi equivalenti.
Il denaro che serve come unità misura per lo scambio, serve come riserva di valore solo se è molto richiesto, ovvero se molti ne hanno bisogno per produrre e consumare.
Nel caso che tra 10 persone che scambiano crediti in maniera uguale ognuno scambia 10 crediti all’anno, ce ne sia uno che ne inizi a spendere 5 , dopo 10 anni avrà risparmiato 50, lasciando sul mercato solo 50 crediti, che divisi tra gli altri 9 sono poco piú di 5 crediti per ognuno, ma tutti hanno lavorato e speso per 10 crediti ma ora ne ricevono solo 5 dallo scambio.La riserva dei 50 crediti avrà valore perché tutti vorranno quei crediti per sopravvivere e quindi se non ci fosse una legge ad impedirlo, il risparmiatore potrebbe chiedere degli interessi sui soldi prestati. L’interesse obbligherebbe i produttori ad aumentare la produzione, che per essere venduta , necessiterebbe di un ribassamento dei prezzi, in questo modo la riserva aumenterebbe di valore, perché costando meno i prodotti (deflazione) con lo stesso denaro sarebbe possibile acquistarne di più.
In questo esempio di economia pur essendoci i fattori della produzione e la potenziale domanda, per mancanza di liquidità, trattenuta da un risparmiatore, mancherebbe la liquidità per fare incontrare produzione e domanda e quindi si arriverebbe alla paralisi.
In questa dinamica che tende alla paralisi è vero che anche il “risparmiatore” tenderà a vendere di meno, se ci sono altri 9 produttori, la propria diminuzione sarà però solo di un decimo , mentre contemporaneamente per effetto della deflazione il potere d’acquisto della sua riserva aumenterà, come anche la richiesta di prestiti e quindi il suo giro d’affare aumenterà.
Questo denaro che circola tra chi produce e chi compra è come la corrente che circola in un circuito elettrico, è legittimo che uno possa risparmiare corrente a casa sua, ma non è legittimo che decida di interrompere la corrente a tutti quelli che sono collegati al circuito perché passa anche da casa sua e poi chiedere gli interessi a tutti per riattivare la circolazione della corrente nel circuito.
Io denaro quindi è un bene pubblico, non è una merce su cui si possa fare commercio o monopolio , deve essere garantita la sua circolazione, lo Stato Coordinatore deve impedire che ci siano dei ricatti da parte dei “risparmiatori” verso gli altri, evitando che ci sia sfruttamento e speculazione.
Il denaro esiste solo se si muove , nascosto in una cassa non serve a nulla.
Nel caso di un Stato che non ha la sovranità sulla propria moneta e quindi per poter stampare la propria moneta deve avere riserve in altre monete o metalli preziosi , immaginando che queste riserve fossero tutte in un unico grande magazzino che venisse distrutto o prendesse fuoco che conseguenze ci sarebbero? Si darebbe una catastrofe finanziaria se lo si venisse a sapere oppure se rimanesse segreto tutto continuerebbe a funzionare come prima… Strano no?
Il denaro non è un oggetto, non esiste, quella che esiste è la fiducia del fatto che ognuno , grazie al suo lavoro, potrà guadagnare il diritto ad acquisire il frutto del lavoro di altri, in uno scambio equo e ragionevole. Senza tale fiducia, nessuno produrrebbe perché non saprebbe se potrà scambiare la sua produzione con quella degli altri, questo processo innescherebbe una paralisi degli scambi e quindi dell’economia.
Assicurare questa fiducia pubblica non può restare nelle mani dei banchieri, dei finanziatori o degli speculatori, mantenere la fiducia che muove l’apparato produttivo è responsabilità della società organizzata, della democrazia reale, dello Stato Coordinatore.
Nessun privato deve gestire la liquidità necessaria allo sviluppo dell’apparato produttivo,del lavoro e del sostentamento di un intero popolo, solamente uno Stato Coordinatore , in una democrazia diretta ha il diritto di farlo perché è direttamente il volere del popolo
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