Alcuni tesserati del Partito Umanista con altri amici, hanno partecipato al recente Summit MMT di Rimini dal titolo “Questo è un colpo di stato finanziario – come fermare l’Argentinizzazione dell’Italia, del nostro reddito, dei nostri diritti e del futuro dei nostri figli”.
Tra gli invitati spiccano nomi di fama mondiale come William Black, Michael Hudson, Marshall Auerback, Stephanie Kelton e l’emerito prof.Alain Parguez.
La MMT -Modern Money Theory- è una interessante teoria economica che capovolge alcuni concetti fondanti del neolibersimo classico, donando le basi di un economia basata sulla piena occupazione e sulla realizzazione dei diritti fondamentali, attraverso lo strumento del debito pubblico. In questo senso, conviene spiegare che secondo questa nuova teoria economica lo stato deve produrre disavanzo di debito pubblico per far girare l’economia reale. Un approccio alternativo all’economia che vale la pena conoscere, come viene spiegato nel Washington post.
Guarda caso questo approccio è l’esatto contrario del Fiscal Compact che prevede un avanzo di bilancio, come abbiamo recentemente spiegato finirà di distruggere gli Italiani e tutta l’Europa.
Venendo al summit, la partecipazione è stata massiccia considerando la pubblicità quasi inesistente; nonostante questo si parla di duemila persone in un palazzetto dello sport. Molti erano giovanissimi, ma la maggior parte dei presenti aveva dai 30 anni in su, quindi un pubblico piuttosto variegato. Sono state fatte delle vere e proprie lezioni di economia dai vari professori, il tutto gestito in maniera incredibilmente democratica ed autofinanziato dai partecipanti stessi.
Dato che gli invitati erano economisti di fama mondiale e praticamente nulla si è detto sui media nazionali, si capisce come questi argomenti siano un vero e proprio tabù: la presenza della stampa è stata praticamente nulla, tranne un piccolo articolo del Fatto Quotidiano. Ma le considerazioni più interessanti sono state espresse proprio dall’organizzatore dell’evento stesso, un famoso e coraggioso giornalista di nome Paolo Barnard. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un vero e proprio sostenitore della lotta radicale per i diritti fondamentali, una persona sensibile e dotata di una profonda compresione delle problematiche sociali.
Ovviamente, il tutto avrà un ulteriore sviluppo nei prossimi mesi. Come militanti del Partito Umanista siamo stati molto colpiti da queste teorie economiche che condividiamo in larga parte. Vale la pena di ricordare che tra le nostre proposte più importanti c’è la democrazia reale, in cui i cittadini si sostituiscono ai politici per decidere autonomamente della gestione delle risorse pubbliche. In questo senso, le due teorie -la Modern Money Theory e la democrazia diretta- si sposano complementandosi l’una con l’altra. Infatti, se i politici fossero sfiduciabili in qualunque momento e se dovesserero rendere conto del loro operato periodicamente agli elettori, come proponiamo da anni, si strasformerebbe radicalmente il rapporto eletto-elettore. Anche frequenti referendum, su questioni fondamentali, aiuterebbero a rendere democratico un sistema che sta scivolando sempre più verso la dittatura mediatica ed economica. Una teoria economica è molto importante, ma se bastasse delle teorie economiche per cambiare il mondo, allora basterebbe cambiare le università. C’è veramente bisogno di introdurre delle leggi che facilitino la partecipazione delle persone alla vita pubblica, delle leggi di responsabilità politica per deporre i politici fraudolenti e corrotti e delle leggi di democrazia diretta che diano reale possibilità di decidere e di informare. Accedere ai media dovrebbe essere possibile a quelli che hanno qualcosa di utlile da dire alla collettività. Troppo spesso parlano alcuni che non hanno niente da dire, mentre quelli che hanno cose interessanti da dire non li fanno neanche parlare; questo è il sistema! Ma non è il politico di turno che porterà avanti questo tipo di cambiamenti. Tutto questo dipende solamente da noi, comuni persone che vogliamo e possiamo cambiare le cose.
La redazione
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