Il 24 agosto scorso sono state presentate 52860 firme in parlamento per la proposta di legge del comintato Quorum Zero. Un bel traguardo che comporta la discussione del testo in parlamento.
L’idea di introdurre un metodo di assenza di quorum ai referendum ci trova pienamente d’accordo. In pratica, deciderebbero realmente gli elettori che vanno a votare a quel tale referendum, considerando valido il voto in assenza di un quorum minimo da raggiungere. Questo catalizzerebbe il voto e le posizioni, creando dibattito e partecipazione.
Entrando nel merito delle proposte contenute nel testo consegnato, sono in realtà molto più articolate. Vediamo le altre prorposte contenute nel testo in discussione:
– Revoca degli eletti, che previa raccolta di un numero elevato di firme, possono essere sottoposti a votazione di revoca del mandato (come in California, Svizzera, Venezuela, Bolivia).
– Indennità dei parlamentari stabilita dai cittadini al momento del voto.
– Referendum propositivo (come in California)
– Iniziativa di legge popolare a voto popolare (come in Svizzera), passa in parlamento, dove può essere accettata, rifiutata oppure generare una controproposta, ma poi viene votata dai cittadini).
– Referendum confermativo (come in Svizzera). Tutte le leggi create dal parlamento, prima di entrare in vigore, possono essere poste a votazione popolare, previa raccolta delle firme necessarie.
– Referendum obbligatori in alcune tipologie di leggi in cui i rappresentanti hanno un conflitto di interessi (es. finanziamento partiti, leggi elettorali) e sui trattati internazionali e sulle leggi urgenti.
– Petizione con obbligo di risposta entro 3 mesi.
– Iniziativa di legge popolare a voto parlamentare con obbligo di trattazione in parlamento in 12 mesi. Se ciò non accade diviene referendum e va al voto popolare.
– Nessun limite di materie referendabili (come in Svizzera), tutto ciò che può essere discusso dai rappresentanti, può essere messo a referendum e votato dai cittadini.
– Cittadini autenticatori (oltre alle figure previste oggi per legge).
– Utilizzo di firme elettroniche (come per la Iniziativa dei Cittadini Europei).
Come si vede, se non siamo alla rivoluzione, sicuramente si può parlare di grosso ampliamento delle possibilità decisionali degli elettori. L’unica cosa da chiedersi è se questa proposta diverra mai legge. Conoscendo i furbetti del parlamentino, si può facilmente immaginare la risposta.
Volendosi consolare, si può monitorare l’iter legislativo in parlamento, oppure collegarsi al sito del comitato per conoscere le iniziative per appoggiare l’approvazione della legge.