21 Novembre 2024

Perchè l’Euro è una trappola, i punti chiave elaborati dal libro

Uscire dall’Euro come moneta unica o no? Questo il dilemma!

Se gli statisti che hanno creato gli stati nazionali vedessero come è ridotta l’Europa, sicuramente si girerebbero nella tomba. Ma c’è di più. L’Euro è la dittatura della finanza internazionale sui popoli, oltre che sugli stati. Basta vedere i recenti accordi come patto di stabilità, fiscal compact, MES e quant’altro. Ma sul nostro blog, di questo, ne abbiamo già parlato abbondantemente.

Copertina libro La Trappola del'euro

Dopo avere letto, riletto e quasi studiato il libro “La Trappola dell’euro” di Marino Badiale e Fabrizio Tringali,  cerco di esporre le risposte che loro argomentano alle obiezioni rispetto all’uscita dall’Euro e dall’UE, aggiungo altre mie riflessioni ed integrazioni.

Ripercorriamo le obiezioni e le risposte all’uscita dell’Italia dalla moneta unica EURO e l’uscita dall’Unione Europea.

Obiezione n°1:”La UE è un’alleanza necessaria perché l’Italia da sola verrebbe schiacciata ed asservita”

Grazie a questi 20 anni di adesione all’Unione Europea e grazie a l’avere aderito (senza fiatare) a tutti i trattati proposti dalla commissione europea, l’Italia si trova ora schiacciata ed asservita ad interessi contrari alle necessità e possibilità del proprio popolo e Paese, con schiacciamento conseguente dei diritti e dell’economia italiana.

In questa obiezione (1) si evince che a partire dalla credenza che più un Paese è alleato ad un gruppo di Paesi grandi più sarà forte ed eviterà di essere schiacciato dagli altri. Questo avrebbe una qualche valenza se effettivamente l’alleanza od unione fosse di collaborazione, aiuto e sostegno reciproco, forte coesione ed unità dei popoli coinvolti, ovvero esattamente l’opposto della spietatezza e schiacciamento verso i Paesi più deboli che stanno causando tutti i trattati, fondi e fiscal compact sottoscritti dai Paesi dell’Euro Zona.

All’interno della UE l’italia non può avere una propria politica estera,  storicamente  ha avuto il ruolo di mediazione tra il Nord Europa ed il Mediterraneo, uscendo dalla UE , oltre a riprende il proprio ruolo storico, potrebbe rivolgersi all’est europeo e al nordafrica, così come uscendo dall’Euro potrebbe riprendere il controllo della propria politica sociale, economica e monetaria.

Obiezione n°2: “L’impopolarità della politiche UE non dovrebbe invalidare l’unione, così come le politiche antipopolari in Italia non sono state motivo di discutere l’unità nazionale”

Le politiche antipopolari, neo-liberiste, ipercapitaliste sono le fondamenta di quelli che sono i trattati dell’Unione Europea. La Costituzione italiana invece , per essendo stata disattivata nella sua applicazione negli ultimi decenni proprio per influenza degli stessi poteri che hanno fondato la UE e l’Euro, disegna una rete di rapporti sociali ed economici che bloccherebbero gli sviluppi più devastanti del neo-liberismo. L’UE è un progetto spinto fin dall’origine dalle classi dominanti , non corrisponde ad un popolo Europeo che parla una stessa lingua, con associazioni ed una società civile unita a livello europeo, con integrazione tra le varie culture, con storie di lotte comuni. Non esiste nulla di tutto ciò. Il progetto della EU che nasce dalle classi dominanti e sancisce i diritti e poteri di queste elite di classi dominanti, con lo smantellamento dello stato sociale; per questo è da invalidare. Non c’è nessuna Nazione e nessuna unità nazionale da dover discutere in quanto non ce mai stata. Al contrario l’Italia ha una sua storia che nasce da un popolo che ha fatto lotte comuni,  movimenti , associazioni e collaborazione tra tutti gli italiani, per questo motivo l’unita nazionale in Italia è un fatto. ( non mi stupirebbe scoprire che fenomeni come la Lega siano stati incoraggiati dalle solite classi dominanti per indebolire la forza dell’Italia che si basa appunto sulla propria unità interna)

Obiezione n°3:”L’EU e l’Euro sono un possibile ostacolo alle mire egemoniche ed imperialiste degli USA”

I Paesi aderenti all’Unione Europea non hanno di fatto mai manifestato, ancor meno in maniera unita, la volontà politica di voler ostacolare le mire egemoniche ed imperialiste degli USA, per cui è una possibilità non desiderata dalla EU e quindi illusoria. Inoltre essendo le basi della EU ultra-capitaliste e liberiste, se un giorno nel caso ci fosse un intenzione della EU di ostacolare l’egemonia USA, assisteremmo ad un terribile scontro tra giganti capitalisti a cui la pace, l’ambiente  e la giustizia sociale sarebbe l’ultimo delle loro preoccupazioni. Inoltre l’Unione Europea è bene vista dalle classi dominanti USA , tanto che ha messo dei “suoi uomini” al vertici dell’Italia e Grecia. La fine della unione monetaria europea metterebbe in crisi la ripresa americana che grazie all’indebolimento interno dei Paesi della EU e del cambio sproporzionato Dollaro/Euro riesce ad esportare verso i Paesi EU. Infatti più volte l’amministrazione USA ha sottolineato l‘assoluto appoggio al Governo Monti e alle scelte economiche e finanziarie fatte, quindi non ha alcun timore dell’Euro e dell’Unione Europea. Il sentimento di avversione del “Mostro” economico/militare USA è assolutamente comprensibile , peccato che non si rendano conto che appoggiano la costituzione di un’ altro mostro Europeo, e per questo sono disponibili a sacrificare  tutto lo stato sociale per cui essi stessi magari un tempo hanno lottato per ottenere. Del resto  è una condizione psicologica simile a quando alcuni di sinistra appoggiavano il mostro URSS perché era contro il mostro USA.

L’essenza e le condizioni reali in cui è nata l’Unione Europea determina il fatto che non può essere a vantaggio dei ceti medi e popolari. L’Unione Europea, come da statuto, è la forma istituzionale delegata ad imporre la libera circolazione di merci, servizi e capitali. La speranza di cambiare il mostro è ingenua ed illusoria e si traduce nel sostengo che questo mostro EU continui ad operare come sempre ha fatto contro gli interessi dei ceti medi e popolari, in appoggio alla politica del mostro USA.

Obiezione Numero 4: “L’abbandono dell’EU (o dell’Euro) è una posizione tipica delle forze di destra, spesso quelle più reazionarie, e le forze progressiste non devono confondersi con quelle di destra o portare acqua al loro mulino”.

E’ un obiezione inconsistente in quanto non entra in merito alla bontà o meno dell’abbandono della EU, ma semplicemente sul timore della perdita di identità dei progressisti, che non hanno avuto timore a distruggerla , facilitando l’ascesa del neo-liberismo e la distruzione ella giustizia sociale in Italia.

Il tema importante è definire se si ha intenzione di difendere i ceti medi e popolari e con quali scelte si riesce a difenderli. Quindi la proposta di abbandono dell’EU è in funzione di questo obiettivo e va argomentata, esattamente come la proposta di rimanere nella EU. Certamente chi vuole permanere in questa condizione ed anche dice di volerlo fare proprio per difendere i ceti medi e popolari ha un’ardua impresa, ovvero deve giustificare come mai dall’entrata nella EU  sino ad oggi si sta invece schiacciando proprio i ceti medi e popolari.

Il fatto che ci siano forze reazionarie che sostengono la tesi dell’uscita dall’Euro, non può giustificare l’abbandono di lotte e obiettivi politici dei progressisti perché non hanno l’esclusiva o perché semplicemente devono fare l’opposto degli “avversari”. Anzi i progressisti lasciando ai reazionari una “causa giusta”, sono doppiamente responsabili di lasciare in mano a forze che useranno questa “causa” per poi attuare altri fini.

Se un partito violento e xenofobo affermasse che esiste la forza di gravità e che attira verso il basso gli oggetti, i progressisti non dovrebbero essere contro questa affermazione per “distinguersi”, magari buttandosi giù dal balcone per dare l’esempio. Questo tipo di ragionamento ha portato parte dei partiti della sinistra in passato a giustificare o a negare le violenze dei regimi comunisti solo perché questa tesi era portata avanti dal quello che consideravano il nemico, fu un grave errore che invalidò gli elementi realmente progressisti per cui si adoperavano un parte di quella sinistra.

Obiezione Numero 5: “Il processo di integrazione europea  ci ha dato sessant’anni di pace, mentre gli Stati nazionali europei hanno causato ripetuti conflitti armati, fino alla catastrofe delle due guerre mondiali. La fine dell’UE potrebbe portare di nuovo le guerre in Europa”

Si il processo di integrazione europea è stato accompagnato 60 anni di pace, mentre invece la UE ha solo 20 anni, quindi i primi 40 anni di pace erano senza la UE. Quindi non è stata la UE ad evitare le guerre, altrimenti sarebbero scoppiate nei primi 40 anni in cui non esisteva la UE. Prima della UE c’era già un processo di integrazione anche economica che ha avuto la sua valenza positiva, con forme di collaborazione economica, di scambio e di relazione tra i vari Paesi.

Infatti l’integrazione europea senza EU ha funzionato ed ha permesso ai Paesi europei di riprendersi e crescere dopo il dopoguerra, dimostrando che anche senza UE e moneta unica sono funzionati rapporti di collaborazione e pace fra i Paesi. Invece il ventennio con la EU è stata accompagnato da una diminuzione della collaborazione e cooperazione tra i Paesi membri sino ad arrivare alle nefaste conseguenze in cui oggi sono stasti ingabbiati i Paesi più deboli costringendoli ad una enorme disoccupazione, smantellamento della pensione, della sanità, dell’educazione, al diritto alla casa, alla de industrializzazione, alla svendita dei propri patrimoni e del propri risparmi e all’indebitamento degli Stati verso entità finanziarie. Portando a paradossali conseguenze in cui uno Paese non può più intervenire in aiuto ai propri terremotati ed alluvionati se non con il consenso di funzionari non eletti che vivono a Bruxelles…

L’eurozona non è un alleanza solidale, ne può diventarlo in futuro, è un luogo di spietata concorrenza dove il più forte condiziona tutti gli altri. Leggete in un articolo del Sole 24 ore infatti cosa afferma il Presidente della Bundesbank (Banca centrale tedesca) Jens Weidmann a riguardo della consacrata spietatezza.

Dopo le guerre napoleoniche ci sono stati cento anni di Pace, anche tra Stati nazionali è possibile la Pace, non c’è bisogno di un super Stato e inoltre ci sono state guerre all’interno dei Super Stati , come la guerra Civile Americana. Inoltre la Prima Guerra Mondiale ha coinvolto degli Imperi sovranazionali ovvero quello prussiano, ottomano e russo, quindi non fu una guerra tra Stati Nazionali.

I processo di integrazione europea fu spinto dagli USA perché si creasse un mercato per i proprio prodotti e per fronteggiare l’avanzata dell’Unione Sovietica, così come la pace dei cento anni fu spinta dall’Inghilterra per avere un mercato per i suoi prodotti, fu proprio la crisi dell’egemonia dell’Inghilterra con l’aspirante egemone ,la Germania, che alimentò i trentanni di guerra tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La crisi dell’egemonia degli USA ha portato alla guerre di invasione in Irak ed Juogoslavia. Se ci sono dei rischi di conflitto tra i Paesi Europei sicuramente si stanno aggravando per gli squilibri che l’Unione Europea e la moneta unica stanno acutizzando.

Per quale ragione il rischio di Guerre o il perdurare della Pace dovrebbe dipendere dalle dimensioni degli Stati? Se si ha paura che Germania e Francia possano entrare in un conflitto per quale ragione bisognerebbe stare tranquilli che non nascano guerre tra EU e Cina o Russia?

Obiezione Numero 6: “Una politica di uscita dall’euro e UE richiede un sistema di alleanze internazionali che al momento non abbiamo. Occorre impostare una nuova politica internazionale dell’Italia”

L’abbandono dell’Euro e della EU implica un periodo di grande rinnovamento con una nuova politica economica, industriale , finanziaria , trasporti , rapporti con altri Paesi che non vanno creati da zero, vanno re-inquadrati all’interno di una nuova politica. Quindi certamente l’uscita dall’Euro e dall’EU è un condizione necessaria ma non sufficiente per voltare pagina , serve una nuova struttura del potere , decentrata e vincolata alle scelte della popolazione, che abbia come priorità il bene comune e non gli interessi particolari di alcuni poteri economici e finanziari.

Obiezione numero 7: “Il problema della crisi è il capitalismo , non l’euro e l’UE. Per potere proteggere i ceti medi e popolari bisogna bisogna superare il capitalismo, mentre l’obiettivo di abbandonare la moneta unica e l’Unione Europea è illusorio e fuorviante perché l’attenzione dal nemico primario ( il capitalismo) a quelli secondari ( l’euro e la UE)”

Quali sarebbero quindi le azioni concrete per superare il capitalismo? Come concretamente opera oggi il capitalismo? Quali sono le sue istituzioni, i suoi centri di poteri,i suoi strumenti , le proprie gabbie? Si vedrà che la EU e la moneta unica europea sono strumenti molto efficaci per imporre la distruzione della giustizia sociale all’interno degli Stati Nazionali e mi sembra che già oggi in breve tempo hanno fatto già uno scempio nella distruzione dei diritti umani e dei diritti sanciti di molte costituzioni degli Stati , come per quella Italiana, oltre alla violazione della carta dei diritti dell’uomo.  Gli Stati nazionali con le firme dei vari trattati tra gli stati UE , come per ultimo il Fiscal Compact , hanno perso ogni potere per garantire ai propri cittadini la sanità, l’educazione, un ambiente sano, un pensione, una partecipazione democratica nelle scelte. Tutto il potere è stato ulteriormente accentrato e spostato in alto in pochissime persone non elette, che sono i membri della commissione europea, che certo non rispondono alle richieste dei popoli europei e il sistema moneta unica ha creato le condizioni “meccaniche” perché i Paesi più deboli siano schiacciati e con essi i diritti dei propri abitanti. Quindi l’uscita dall’Euro e dalla UE è un’azione concreta per ostacolare il capitalismo, non garantisce che esso non trovi altre strade future per imporre il proprio modello.

Sintetizzando

Sicuramente l’integrazione europea tra vari Paesi è una realtà nata prima della EU e che si può proseguire anche dopo ,ma fuori dall’Euro e dalla UE e dai suoi trattati. Essenzialmente L’Unione Europea e la moneta unica hanno permesso di commissariare gli Stati smontandone ogni funzionamento democratico e togliendo la sovranità ai popoli , con la promessa che un giorno questa sovranità ritornerà e nel frattempo approvando ed attivando le peggiori nefandezze economiche, sociali etc… Più che un ritorno alla condizione precedente alla EU e all’unione monetaria, mi immagino una spinta verso una sovranità maggiormente  decentrata verso i Comuni, una democrazia reale, non solo rappresentativa, con strumenti di controllo da parte della popolazione molto più forti  come i referendum vincolanti e propositivi ed il quorum a zero.  Tutto questo è  esattamente l’opposto della perdita di sovranità dei popoli consacrata con l’austerità sacrificale per l’EURO e la  UE.

Riguardo alle politiche economico-sociale e all’organizzazione sociale esistono vari modelli interessanti come l'”Economia del Bene Comune”, La Modern Money Theory e l'”Economia Mista” del Partito Umanista.

Ecco un video di Claudio Messora – ByoBlu fatto a Fabrizio Tringali , uno degli autori del libro.

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