21 Novembre 2024
Nando Ioppolo con Nino Galloni al Workshop la Guerra dell'Euro

Nando Ioppolo e Nino Galloni al Workshop “la Guerra dell’Euro”

Il 6 settembre ci è giunta notizia della morte di Nando Ioppolo, che ci ha molto scosso; abbiamo avuto il piacere di conoscere Nando il 22 Giugno al “Workshop per la Guerra dell’Euro” in cui c’erano come relatori Nino Galloni, Valerio Colombo e Giovanna Ubaldeschi.

In agosto abbiamo pubblicato sul canale youtube del Partito Umanista un video in cui ci sono domande e risposte a Nino Galloni durante quel Workshop del 22 Giugno del 2013. In quel video la prima persona che tra il pubblico ha fatto una domanda a Nino Galloni era Nando Ioppolo, che poi abbiamo scoperto essere una persona molto vicina alla nostre posizioni e che tra l’altro ha contribuito molto alla comprensione del modello pseudo-liberista.

Nando Ioppolo con Nino Galloni al Workshop la Guerra dell'Euro
Nando Ioppolo con Nino Galloni al Workshop la Guerra dell’Euro

Domanda di Nando Ioppolo: Potrebbe per piacere chiarire la differenza che c’è tra fra finanziare con la moneta lo scoperto anziché con il debito pubblico?
Mi spiego meglio, in coda ha accennato quasi per incidens a una questione che è di un’importanza esagerata invece perché cozza con i tabù liberisti che sono diffusi, cioè l’idea che praticamente il debito pubblico sia necessario sia l’unica soluzione e che non possa lo stato finanziare la spesa pubblica aggiuntiva con moneta allo scoperto. Allora mi sembra una questione che merita qualche parolina di più…

NINO GALLONI: La moneta che può creare lo stato non è mai allo scoperto, deve essere a fronte di precisi investimenti, i quali a loro volta siano seri, siano utili, siano necessari. Ovviamente se si finanzia col debito pubblico è per avere un tasso di interesse, perché nel sistema quando lo stato introduce moneta e la accetta in pagamento delle tasse ci può essere una parte di essa che viene risparmiata. Per questo motivo è bene che esista il debito pubblico, affinché questa parte di moneta venga re-immessa nel sistema finanziario con l’acquisto di titoli. Non è, nel modello, il principale modo di finanziamento del disavanzo, però è molto importante che ci sia un certo debito pubblico da questo punto di vista. La differenza la fa il tasso di interesse. E’ ovvio che se il debito pubblico va al 5, al 10% il peso degli interessi sul sistema diventa insostenibile. Se invece è molto basso, come attualmente sarebbe possibile, la differenza tra le due cose è data dalla domanda di risparmio da parte diciamo dei risparmiatori, del pubblico, delle famiglie, delle imprese.

 

 

Di tutte le domande e risposte al momento abbiamo trascritto questa parte che mi ha colpito molto, spero a breve che avremo anche il resto della trascrizione di questa sessione, così da completare tutte le trascrizioni dai video del workshop.

 

 

In Italia: nuovo modello economico non basato sul profitto, l’imprenditore come soggetto sociale produttivo

NINO GALLONI:

Cominciamo a parlare delle cose che farei: offrire titoli a breve termine a basso tasso di interesse acquistabili non solo contro moneta, come adesso ovviamente, ma anche con titoli a più lungo termine ed a più alto tasso di interesse, in questo modo riduci il peso degli interessi per le pubbliche amministrazioni e dai fiducia ai mercati perché chi possiede titoli a lungo termine ad ha paura che l’Italia fallisca, e tutte queste altre puttanate, ha la possibilità di monetizzare , ovviamente deve rinunciare all’interesse di cui si parlava prima.

Rispetto al discorso del ’29, non è che si può tornare in dietro a quello che è stato fatto nel ’29, sicuramente ci sono ambiti in cui l’investimento pubblico in disavanzo può aprire a delle attività infrastrutturali ed industriali di qualche tipo.

Quello che dobbiamo considerare, fondamentalmente, che nonostante una pubblica amministrazione che non funziona bene, che non è dalla parte del cittadini, purtroppo, nonostante che le banche non facciano le banche, nonostante che la nostra rete infrastrutturale è quella che è… Però noi abbiamo comunque quattro milioni e mezzo di imprese che in qualche modo esistono; allora siccome non fanno profitto, la domanda è “non è che  per caso non ci stiamo accorgendo che in Italia sta sorgendo un nuovo modello economico, non basato sul profitto, ma basato sulla sopravvivenza del titolare e della sua famiglia? Ovvero la sua presenza come soggetto sociale produttivo, invece che come accaparratore di un guadagno finanziario?

 … per questo sarebbero tutte fallite, queste piccole imprese, creano meno profitto di quello che guadagnerebbero se vendessero tutto e comprassero titoli di stato… Ma non lo fanno!

 Ci sarà un motivo?

Il motivo è questo: è che una persona preferisce stare al centro della scena sociale, come produttore, piuttosto che ritirarsi a casa e vivere di rendita. Questo è un nuovo modello economico che non è basato sul profitto ma che è basato sulla valorizzazione del proprio lavoro, è questo il futuro, secondo me, del  Paese. Senza escludere le grande imprese , le grandi infrastrutture, le cose che le grandi imprese , lo Stato, possono fare; però la struttura portante del Paese è quella li, è su questa che dobbiamo riflettere sopratutto come progettualità politica.

 

Video della sessione domande e risposte a Nino Galloni al “Workshop la Guerra dell’Euro”

 

Includiamo inoltre una video intervista a Nando Ioppolo , che ci sembra molto interessante.

 CHE FARE – Intervista a Nando Ioppolo A cura di Elia Menta

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