21 Novembre 2024

Italicum o presa per i fondellum? Perchè il metodo proporzionale spaventa i partiti

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Matteo Renzi

In questi anni di politica orwelliana si è fatto di tutto per convincere gli elettori della bontà della contrapposizione di solo due blocchi di partiti, la famosa teoria del bipolarismo. Secondo questa discutibile teoria si avrebbe avuto una certa stabilità di governo.

Si diceva, inoltre, che un governo stabile permette di legiferare e come conseguenza ci sarebbe stato, in questa ottica idilliaca, un periodo di prosperità di benessere per tutti. Come se l’ostacolo alla prosperità fosse il dibattito parlamentare; un ragionamento del genere avrebbe fatto ridere tutti quanti 20 anni prima. Successe che in seguito a tangentopoli, invece di aprire un serio dibattito sul fallimento di una classe politica, si è imboccata la strada ideologica del sistema maggioritario.

Diciamolo subito: non è vero che molti partiti impediscono il corretto funzionamento della macchina parlamentare. Il benessere italiano dagli anni ’50 in poi è stato realizzato con una galassia di partiti che si alternavano al governo. Così si è lentamente convinto “l’opinione pubblica” (ovvero lavare il cervello della gente a suon di pubblicare sempre le stesse mono-opinioni) che sia necessaria una uniformazione di metodo elettorale con gli USA e l’Inghilterra. La scusa da salotto mediatico era (ed è) che in questi stati tutti parlano l’inglese; inoltre tutti sanno che sono più intelligenti di noi e civili (?). Per mettere il tetto sulla casa così progettata la classe politica nostrana, ha pensato bene di sigillare questo modello con la possibilità di votare il simbolo del partito ma non il candidato. Una truffa legalizzata denominata porcellum e già bollata di incostituzionalità dalla consulta. Il peggio è che si vuole continuare su questo percorso con un nuovo porcellum dal nome di italicum; con sottotitolo renzellum. Più che cambiare tutto per non cambiare niente, in questo caso, è proprio non cambiare nulla. Punto e basta.

La domanda per ogni persona che abbiamo minimamente a cuore la democrazia e il bene di tutti è: ma a cosa serve tutto questo?

Perché se uno pensasse che questo sia un metodo per far funzionare meglio la democrazia o sarebbe un bugiardo o sarebbe un pazzo, oppure uno stupido. In tutti e tre i casi non crediamo che sarebbe conveniente ascoltarlo, nè fare come lui o “l’opinione pubblica” dice.

 

Ormai molte voci autorevoli dicono apertamente che l’eliminazione della scelta dei candidati è un metodo elettorale che limita fortemente la democrazia. Questo è talmente palese anche alcuni dei partiti presenti in parlamento ci sono arrivati; soprattutto per lo scontento che arrivava dagli “elettori”, ovvero noi gente comune.

Ma c’è un altro aspetto anche più pesantemente antidemocratico che la negazione delle preferenze. Sono gli sbarramenti. Sono proprio quest’ultimi che impediscono il normale svolgimento della democrazia. Sono anche le firme obbligatorie raccolte tramite pubblici ufficiali (a pagamento) che impediscano, o limitano nel migliore dei casi, la presentazione di nuovi soggetti politici. Se veramente vogliamo immaginare dei cambiamenti è anche naturale che questi cambiamenti siano portati da movimenti e soggetti politici nuovi; essi nascono piccoli e vanno via via ingrandendosi e raccogliendo alla fine così tanti consensi da entrare in Parlamento. Con lo sbarramento, però cambia tutto. Se guardiamo i numeri, infatti, è evidente che uno sbarramento, per esempio, al 4% corrispondente a circa 1,200,000 voti e potrà essere raggiunto soltanto da due tipi di di movimenti:

a)movimenti che nascono da soggetti (spesso singoli individui) dotati di una particolare quantità di ricchezza in grado di ottenere spazi mediatici e fare grande campagne elettorali con mezzi monetari privati.

b)movimenti che nascono da soggetti influenti nella società (es. artisti, imprenditori ecc.) che costruiscono la loro fortuna intorno a un leader che aveva già in partenza un potere mediatico.

 

Risulta più chiaro adesso spiegare qual’era il disegno del bipolarismo fin dall’inizio: eliminare alla radice qualunque forma di dissenso più radicale tagliando le gambe ai comuni cittadini che si presentano per entrare in Parlamento; poco importa quale sia la matrice all’origine del soggetto politico.

Tutto questo potrà essere anche opinabile, ma di fatto quello che si è cercato di fare e si sta facendo, ancora una volta è di fermare la democrazia impedendo la partecipazione alle elezioni e al Parlamento sia alle minoranze, sia i nuovi soggetti politici; essi certamente portano la novità nelle istituzioni. In questo senso, per dovere di cronaca, il ruolo del movimento cinque stelle è particolarmente ambiguo.

Come scrive Aldo Giannuli dal suo blog, rimbalzato nel blog di Beppe Grillo, al capitolo sul sistema proporzionale:

“Questo sistema accentua la dipendenza della classe politica dalla società civile e del governo dal Parlamento. Questo naturalmente pone dei problemi, per esempio la stabilità. Il sistema proporzionale è sensibile, registra gli spostamenti di umore, il sistema maggioritario, al contrario, tende a essere più stabile, a non farsi influenzare dagli spostamenti dell’elettorato e della società civile.”

 

Sembrerebbe che al politologo d’eccellenza non piaccia troppo il sistema proporzionale, il che fa piuttosto strano. La deduzione ovvia è che Aldo Giannuli si pone il problema che la “società civile” possa influenzare le decisioni di qualcuno. Il punto e proprio questo: bisognerebbe ragionare al contrario. Ovvero come la società civile possa (e debba) influenzare il più possibile le decisioni politiche. Come si può propagandare mellifluamente la democrazia diretta quando ci si pone anche solo il problema se sia giusto applicare il suo principio killer? La partecipazione popolare e diretta è il cuore della democrazia e non un problema da gestire in “un” qualche modo.

C’è da chiedersi come si intenda combattere il nemico (la casta) se si usa poi le stesse armi. C’è da chiedersi come si fa a fare una campagna mediatica piangendo davanti alle telecamere perché bisogna raccogliere le firme anche solo per presentarsi ad un elezione; per un movimento piccolo nuovo questo è effettivamente come scalare l’Empire State Building a mani nude in un giorno di pioggia. Sinceramente, proprio non si capisce perché M5S vuole obbligare tutti gli altri movimenti piccoli, questo è vero ma nuovi, a percorrere la stessa via crucis. Se (con un condizionale dovuto) le cose stanno così, ebbene questo comportamento può essere guidato solo dal calcolo politico, dall’ipocrisia e dalla convenienza immediata.

 

Se ragioniamo in questi termini di reale limitazione della democrazia della sovranità da parte dei cittadini capiamo anche benissimo il metodo renzellum, che probabilmente sostituirà il porcellum. Dopo aver alzato il ponte levatoio del castello assediato attraverso un bello sbarramento all’8% (ma solo per i partiti che si presentano da soli e che guarda caso saranno quelli che veramente vorrebbero cambiare qualcosa), verrà dato un premio di maggioranza con doppio turno alle coalizioni che superano il 35%. Ovvero: danno un premio a se stessi! Il metodo è una bufala in cui il doppio turno diventa un’illusione ottica. Una scelta apparente, in un contesto in cui non potremo scegliere più niente tra tante opzioni di uno stesso sistema. E se anche molti voteranno un alternativa, vedrà eletta una rappresentanza minimalista ed ininfluente. Alla faccia della democrazia.

Quindi cari elettori, state attenti: è in arrivo un’altra fregatura. Non è certo eliminando le rappresentanze di tutte le minoranze; non è certo impedendovi (di fatto) di presentare nuovi soggetti politici che si crea una nazione dove tutti possano vivere meglio.

Al contrario, aumenterà l’astensionismo e lo scollamento tra la politica e i cittadini. Aumenterà, purtroppo, la delusione generale: diminuirà la sovranità dei cittadini. Che poi è il vero scopo di questa nuova legge elettorale. Andiamo verso periodi turbolenti in cui sarà sempre più necessario il cambiamento; questa è la strategia con cui vogliono impedirci di portare nuove proposte e nuove facce dentro il palazzo.

Non è certo con la riproposizione di una variante aggraziata (ma neanche molto) del porcellum che si potranno minimamente cambiare le cose. Solo con il proporzionale puro, come deciso dalla consulta e come indicato non a caso, anche dalla nostra costituzione, si può avere uno strumento per sperare di riacciuffare la sovranità ormai parzialmente perduta. Questo blog (Economia&DemocraziaDiretta) ha sempre proposto e continua a sostenere l’unica legge elettorale giusta: il proporzionale puro.

Vincenzo Barbarulli

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