21 Novembre 2024
Guillermo Sullings

Il cambiamento dei paradigmi economici

L’individualismo è il presupposto ideologico che alimenta l’iniqua distribuzione della ricchezza

In un mondo in cui il denaro è diventato il valore centrale dell’esistenza, non dovrebbero sorprenderci le implicazioni di una tale negazione del senso della vita umana. Non può sorprenderci la crescente iniquità nella distribuzione della ricchezza, poiché si tratta di una competizione individualista in cui ci devono essere necessariamente vincitori e perdenti. Non può sorprenderci la successione di crisi finanziarie e la relativa recessione in un sistema che può sostenersi solo mediante l’indebitamento crescente. Non possono sorprenderci le guerre per le risorse naturali scarse, in un mondo depredato dal consumismo dei più avvantaggiati. Non può sorprenderci la violenza sociale, quando sempre più gente si sente emarginata e fallita, nel confronto con il mondo paradisiaco offerto dalla pubblicità consumista. Non possono neppure sorprenderci il nichilismo, la pazzia e il suicidio, quando si è perso il senso dell’esistenza, dopo avere preteso di sostituirlo con l’ansia di successo materialista.

Naturalmente esistono metodi per trasformare questo sistema economico inumano migliorando la distribuzione del reddito, disciplinando il sistema finanziario, progredendo verso uno sviluppo sostenibile che permetta di avere una vita dignitosa a ogni essere umano, senza devastare il pianeta. Ma sarebbe ingenuo pretendere un’applicazione spontanea di tali processi senza prima promuovere un genuino cambiamento dei paradigmi nella concezione dell’economia a partire da un profondo cambiamento dei valori culturali.

Non si esce automaticamente dall’individualismo

Ci sono persone che credono che per il solo fatto che le crisi economiche hanno effetti su molta gente, ci saranno maggioranze determinate a cambiare il sistema economico. Ma non è così, perché l’individualismo si è insediato in profondità ed il fatto che di fronte a una crisi generalizzata molte individualità convergano in una protesta, non significa che si sia superato l’individualismo stesso; per questo non è tanto facile passare ad altre forme organizzative che possano davvero sostituire il sistema.

Quindi la proposta di una trasformazione nel sistema economico non può essere impostata in termini di fattibilità tecnica né in termini di convenienza delle maggioranze. Deve essere fondata su una mistica sociale che abbia come bandiera l’etica della coerenza, che nell’aspetto economico vuol dire anteporre la soddisfazione delle necessità di base di tutti gli abitanti del mondo a qualsiasi altro interesse di settore o individuale.

Non esiste scarsità di risorse per vivere degnamente

Sappiamo che oggi ci sono le condizioni per risolvere le necessità di base di tutto il mondo. Sono numerosi gli esempi di ciò che si potrebbe fare con le risorse che oggi vengono destinate alla corsa agli armamenti, alla speculazione finanziaria, alla produzione di beni di lusso o al consumismo irrazionale. Sarebbe sufficiente cambiare la direzione delle stesse energie già esistenti nell’economia affinché in un periodo non molto lungo si riconvertisse l’apparato produttivo, con meno armi e più alimenti, meno risorse per la speculazione e più per la produzione. Ma la direzione delle forze dell’economia non cambierà perché chiediamo di smantellare la piramide a coloro che ne occupano il vertice; cambierà quando noi, ovvero buona parte di coloro che ancora agiscono come mattoni di tale piramide, inizieremo a toglierle il sostegno e questo si otterrà quando smetteremo di credere nella piramide. Questo significa nuovi valori, nuovi paradigmi e una mistica sociale che si radichi nel cuore degli esseri umani.

Perversione della relazione tra capitale e lavoro

Di fatto il grado di perversione crescente nella relazione tra capitale e lavoro è possibile perché l’individualismo regnante nella popolazione impedisce di dare risposte collettive d’insieme e lascia la stragrande maggioranza inerme di fronte alla minoranza economicamente potente. Ma l’assurdo è di dimensioni tali che sta spingendo alla presa di coscienza fasce sempre più grandi della popolazione. Il Partito Umanista in tutto il mondo dovrà lavorare organizzando e fornendo elementi di analisi alla maggiore quantità di gente possibile. La nostra risposta, la nonviolenza attiva, ci indica un primo passo di denuncia a cui dovrà seguire la non collaborazione con i violenti. Esattamente come, al momento opportuno, dovremo promuovere la non collaborazione con gli Stati violenti, dovremo anche promuovere la non collaborazione con un capitale che maltratta le popolazioni.

Vuoto all’individualismo

A un certo punto i lavoratori (e i consumatori) dovranno farsi carico di progetti di sviluppo sociale costruiti senza l’intervento di soci capitalisti (o solo con quelli che ammettano una relazione giusta e reciproca). A un certo punto la popolazione smetterà di fare appello al capitale per le sue necessità e deciderà di risolverle come insieme. “Non vogliamo i vostri prestiti né i vostri posti di lavoro, né i vostri prodotti, né i vostri servizi”. Questo sarà possibile solo quando la reciprocità occuperà il posto dell’individualismo.

Guillermo Sullings
Guillermo Sullings

Questo è un estratto del documento sulla situazione attuale mondiale, redatto a fine 2011 dall’equipe internazionale del Partito Umanista , quando il segretario era Guillermo Sullings, che ha contribuito fortemente alla stesura dell’intero documento

Guillermo Sullings tra il 12 Novembre e il 19 Novembre presenterà l’edizione italiana del suo libro “Oltre il Capitalismo Economia Mista”

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