Sul sito dello Stato Coordinatore trovate tutti i video dell’evento realizzato il 24 Marzo 2019 a Milano alla Casa della Cultura.
Non c’è dubbio che nella seconda metà del XX secolo siano stati fatti
grandi passi avanti in questo senso soprattutto dal punto di vista
giuridico-istituzionale con l’apparire di Costituzioni come quella
Italiana che hanno rivoluzionato, almeno a livello di principio, la
relazione tra il Popolo e lo Stato.
Tuttavia, è evidente che lo slancio di quel cambiamento che, subito dopo
la II guerra mondiale ha portato anche a promulgare la Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo, è stato frenato quasi subito per
fermarsi del tutto verso la fine degli anni ’70…
La fine del XX secolo è stata contraddistinta da un processo di
apparente trionfo del neoliberismo come manifestazione più estrema di
quel capitalismo che, dopo aver lottato per quasi due secoli con
l’antagonista socialista, ha finito, almeno apparentemente, con il
prevalere in modo definitivo.
D’altronde l’inizio del nuovo millennio è stato caratterizzato da ondate
crescenti di “crisi” che hanno mostrato esplicitamente quanto fosse
falsa la promessa di benessere e libertà per tutti con cui la fazione
trionfatrice cercava di legittimare le proprie ragioni.
La disuguaglianza sta superando i livelli precedenti all’inizio della
rivoluzione industriale, la speculazione finanziaria fuori controllo
domina gli apparati internazionali costituendosi come un parastato
dittatoriale e le forze economiche produttive, mosse solo dall’aumento
del profitto, spingono verso il collasso ecologico del pianeta… Per non
parlare dell’impatto sociale che potrà avere la rivoluzione tecnologica
dell’intelligenza artificiale se lasciata solo in mano al mercato.
È evidente che è più che mai necessaria una forma di organizzazione
della collettività che possa riprendere in mano le redini giuridiche ed
esecutive. Se è vero che non sembrano esserci alternative se non quella
di ripartire dalla sovranità degli stati nazionali che sono attualmente
l’unica entità con caratteristiche democratiche che possano contrastare
il parastato globalista, è opportuno riflettere su quali siano gli
elementi adatti alla situazione del XXI secolo che debbano essere al più
presto iniettati in queste organizzazioni per renderle un punto di
partenza per l’ottenimento, per la prima volta nella storia, della vera
sovranità popolare.
Sicuramente possiamo trovare nelle costituzioni della II metà del XX secolo, in primis in quella Italiana, e nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo i semi che se sviluppati opportunamente possono far partire questo processo di riscossa della collettività.
La nostra aspirazione è quella di arrivare a uno “Stato Coordinatore” che possa configurarsi come una vera intelligenza collettiva partecipata direttamente da tutti, in una democrazia reale articolata in modo complesso con meccanismi di democrazia diretta, partecipata e rappresentativa.
Si tratta di un modello in cui lo Stato, in quanto strumento di
autoregolazione della comunità nei suoi vari livelli, possa coordinare
il mercato e i suoi attori, eliminando le asimmetrie informative e
soprattutto definendo e regolando un’articolazione diffusa del concetto
di proprietà, che non escluda forme di proprietà privata e neanche il
capitale come elemento dell’economia, ma le normi in modo tale che non
siano prevalenti rispetto all’interesse comune.
In sintesi, si tratta di aggiungere il tema della violenza economica tra quelle da deprecare a livello giuridico.
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