Crediamo che il tema dell’inflazione come altre questioni relative all’economia possono essere, nello propria semplice radice, alla portata di tutti. Nonostante sia dal 2011 che stiamo studiando diversi temi di macro-economia, vogliamo rendere più semplici alcuni argomenti, intanto proseguiamo ad approfondire anche altri argomenti.
Sovente molti temi che riguardano l’esercizio del potere politico, come la creazione e distruzione del denaro , sono stati volutamente codificati come argomenti per soli “addetti ai lavori” e non sono mai stati svelati alle persone comuni. La realtà è che semplicemente ci siamo formati in un mondo umano dove le persone comuni non ricevevano questo tipo di educazione, la riceveva solo la classe dirigente. Dove, ovviamente, solo pochi vi potevano entrare e permanere.
Alle persone comuni, invece, sono state ripetute fino allo sfinimento alcune narrazioni precise (lontane dalla realtà) riguardanti il denaro, l’inflazione e la macroeconomia; storie del tutto funzionali a mantenere la struttura di potere inalterata.
Storicamente il potere in tutti i campi ( scientifico,culturale, economico, sociale, etc) anche in molti altri settori divulga delle narrazioni mainstream, promuove sé stesso, mentre occulta altre conoscenze che porterebbero evoluzioni (a volte anche rivoluzioni) in seno a varie discipline del sapere umano. Questo, capiamoci, è sempre avvenuto: ma oggi riguarda sopratutto il campo dell’economia.
Qua vogliamo affrontare alcune vulgate che sono andate sviluppandosi dagli anni ottanta in poi in seguito alla controrivoluzione neoliberista. Ad esempio, partiamo dal mito neoclassico: “Se si aumenta la quantità di denaro circolante aumenta l’inflazione”.
Approfondiamo l’altro lato della luna di questa narrazione. Ciò che non viene detto ma che si sottintende è che “la quantità di denaro circolante è fissa” (qualsiasi studente di economia sa che questa affermazione non corrisponde alla realtà)
Però possiamo arrivare anche solo con la logica a confutare il paradigma tacito: “la quantità di denaro circolante è fisso”, senza necessariamente iscriverci alla facoltà di economia.
La popolazione di un Paese non è costante, diminuisce o cresce, in alcuni periodi storici cresce in maniera molto significativa. Per esempio l’Italia dal 1861 ad oggi è passata dai 22 Milioni ai 60 Milioni di persone; secondo l’asserzione che la quantità di denaro doveva rimanere fissa ne consegue che ora dovremmo avere mediamente una popolazione 3 volte più povera di quella del 1861, invece guarda un po’ mediamente c’è una disponibilità di denaro nettamente superiore al 1861, il che significa che la quantità di denaro è aumentata di un numero di volte molto più grande di tre. Quindi la quantità di denaro non è stata fissa. La stessa esperienza e pratica è stata fatta da tutti i Paesi del Mondo.
Come mai il denaro è cresciuto molto di più della popolazione? Perché tra il 1861 ed il 2020 la quantità di beni e servizi e scambi è cresciuta enormemente, grazie all’evoluzione della produzione, della distribuzione, grazie alla scienza ed alla tecnologia, all’informatica, ed altro.
Che relazione hanno la quantità di beni e servizi con la quantità di moneta? Hanno relazione perché se per esempio la capacità di produrre ed erogare beni e servizi passa da 100 a 1000, mentre rimane a 100 la quantità di moneta, la quantità residua di 900 monete di beni e servizi non potrebbero essere scambiati.
Ne consegue che la quantità di denaro circolante deve variare in funzione della quantità di beni e servizi che c’è bisogno di scambiare per fare funzionare una società.
In sintesi, semplificando molto, se ci sono bisogni fondamentali non soddisfatti e nel contempo ci sono persone non occupate (che quindi potrebbero essere impiegate a rispondere a tali bisogni!), allora significa che la quantità di moneta circolante nell’economia reale è insufficiente. In pratica, in questo scenario con disoccupazione, bisogni da un lato e beni/servizi dall’altro non possono incontrarsi in quanto c’è insufficienza del mezzo di scambio che gli consente di essere remunerati.
Ovviamente uno Stato coordinatore, secondo noi umanisti, dovrebbe favorire quelle aziende e persone che erogano servizi e beni utili per la qualità della vita ed garantire che ci tutti abbiano una casa salubre, salute, educazione di massimo livello, ambiente salubre, trasporti, cultura, cura della persona, sviluppo individuale non solo materiale, ed altro.
Nel momento in cui si arrivasse alla piena occupazione, quello sarebbe il punto di equilibrio della quantità di moneta da tenere in circolo. Invece se si immettesse altra moneta la conseguenza sarebbe più denaro per “abitante” e quindi inflazione.
Come ci insegna anche Keynes, un certo livello di inflazione non è un male. In particolare, con una politica di indicizzazione dei salari (scala mobile) e una tassazione realmente progressiva, i grandi capitali perderebbero peso grazie all’inflazione stessa e alla tassazione, mentre grazie appunto alla scala mobile (e a politiche attive di welfare universale) la qualità della vita generale aumenterebbe.
In questo scenario appena descritto con piena occupazione, la quantità di moneta rimarrebbe nella giusta proporzione grazie alla forte tassazione sui grandi capitali; si distruggerebbe denaro per poi re-iniettarlo con la scala mobile o finanziando beni e servizi garantiti dallo Stato (come un’ottima sanità ed eccellente educazione) a favore di tutto il resto della popolazione.
Certamente, la distruzione, la creazione della moneta e la sua redistribuzione hanno tante altre modalità e percorsi. Ma questo scritto contiene le evidenze di base per smantellare narrazioni menzognere come quella relativa all’inflazione. Non sono solo teorie quelle che ho semplificato e sintetizzato, ma sono anche pratiche comuni con una lunga storia, attuata da tantissimi Stati in condizioni di non completo asservimento e colonizzazione da parte di altri Stati od organismi finanziari. La grande verità è che perfino l’inflazione si può gestire autonomamente solo quando uno Stato ha una propria Banca Centrale che può emettere moneta, unitamente al pieno controllo della politica fiscale (e di bilancio); mentre con una moneta straniera presa a prestito questo non è mai possibile. Ed è il caso dell’Italia che usa l’euro finanziandosi sui mercati, vendendo titoli di stato con interessi all’asta.
Mi piace lasciare tre aneddoti in merito :
1) In Università Bocconi , rettore Monti , in 5 anni di frequenza ho letto in mille salse che “stampare “ denaro avrebbe causato inflazione galoppante in nome del monetarismo. 12 anni di QE e simili applicati da FED e BCE dicono il contrario con inflazione in area euro che difficilmente si scosta dall’uno per cento ;
2) si legge nei testi tecnici sulle Banche Centrali che l’impostazione della BCE è di tipo tedesco . È evidente la matrice di questo tipo , che mette al centro di tutto il mantenimento (senza successo ) del costo della vita attorno al 2%. La Germania infatti è tuttora terrorizzata dall’iper inflazione che la colpì dopo la prima Guerra . Ah , dove è la sede della BCE ?
3) infine un passaggio sulla fotografia dell’articolo che riporta i mini assegni che sostituirono le monete metalliche negli anni 80 . Le banche commerciali emisero questi assegni circolari al portatore diventando di fatto soggetti battenti moneta . Assegni che nessuno presentò mai all’incasso finale agli istituti emittenti andando praticamente distrutti con l’uso .